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Lettera di licenziamento colf: Quanto preavviso dare e come scrivere

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In quali casi è necessaria la lettera di licenziamento colf?

Il lavoro espletato dalle colf in Italia è sempre più richiesto secondo le ultime analisi statistiche e, sebbene alcuni datori di lavoro continuino in maniera irregolare a pagare le colf in nero, è assolutamente necessario che le colf vengano regolarizzate con un normale contratto di lavoro, opportunamente registrato.

Di conseguenza anche le modalità e la lettera di licenziamento colf devono conformarsi agli standard corretti.

A differenza di altri lavori di dipendenza a tempo determinato, il licenziamento di una colf o, per dirla in maniera più generica, la risoluzione del contratto di lavoro tra datore e colf può avvenire in circostanze diverse senza particolari condizioni giustificative, purché venga fornito il giusto preavviso.

Le cause che possono condurre alla risoluzione del contratto di lavoro di una colf sono molteplici:

1: Licenziamento colf

In questo caso, secondo la precisa terminologia giuridica, può essere predisposto il cosiddetto licenziamento ad nutum, ossia una forma di licenziamento in cui il datore di lavoro può non addurre motivazione alcuna per giustificare la sua decisione. Questa forma di licenziamento, pur essendo legalmente valida, necessita di un’attenzione particolare al rispetto dei diritti dei lavoratori e alle procedure corrette.
La sua unica preoccupazione è quella di dover fornire i giusti termini di preavviso –che vedremo leggendo più avanti- alla colf. Qualora i termini di preavviso non venissero rispettati, la colf può richiedere il diritto all’indennità sostitutiva per i giorni di mancato preavviso.

2: Scadenza del termine previsto.

Nel caso in cui nel contratto di lavoro sia opportunamente specificata una data di termine del rapporto lavorativo e questa non venga rinnovata, allora il rapporto si intende risolto. Questo avviene in modo naturale e non richiede procedure aggiuntive oltre al rispetto delle condizioni contrattuali preesistenti.

3: Presentazione delle dimissioni.

La colf può presentare le proprie dimissioni dal rapporto lavorativo intercorrente, sempre fornendo un giusto preavviso al datore di lavoro, in genere minore rispetto a quello da fornire in caso di licenziamento unilaterale. È importante che le dimissioni siano presentate in modo formale per assicurare la corretta conclusione del rapporto di lavoro.

4: Morte del lavoratore o morte del datore di lavoro.

In questi casi, il rapporto di lavoro termina automaticamente a causa di forza maggiore. Queste situazioni, pur essendo estremamente rare, sono contemplate dalla legge e non necessitano di ulteriori procedure di licenziamento.

5: Risoluzione consensuale del rapporto di lavoro.

Può accadere che il datore di lavoro e la colf si mettano d’accordo per porre fine al rapporto di lavoro in maniera consensuale e bilaterale. In questo caso, si può convenire per una data in cui il rapporto di lavoro si intenderà risolto. Questa modalità consensuale è spesso preferibile quando entrambe le parti desiderano una conclusione del rapporto lavorativo che sia amichevole e reciprocamente vantaggiosa.

Quanto preavviso considerare nella lettera di licenziamento Colf

I termini di preavviso da rispettare nella lettera di licenziamento per colf non sono dissimili da quelli previsti nel licenziamento per badante.
Ciò che va a influire sui giorni di preavviso da considerare è l’anzianità di servizio maturata presso il datore di lavoro:

  • Se il contratto di lavoro indica un orario al di sotto delle 25 ore settimanali, si considerano 8 giorni di preavviso con anzianità di servizio inferiore ai 2 anni o 15 giorni di preavviso con anzianità di servizio superiore ai 2 anni;
  • Se il contratto di lavoro indica un orario pari o superiore alle 25 ore settimanali, si considerano 15 giorni di preavviso (7,5 nel caso di dimissioni) se si è maturata un’anzianità di servizio inferiore ai 5 anni mentre si considerano 30 giorni di preavviso (15 nel caso di dimissioni) se si è maturata un’anzianità di servizio superiore ai 5 anni.

I termini del preavviso sono da intendersi moltiplicati per due se il datore di lavora comunica il licenziamento della colf prima del 31° giorno susseguente il congedo per maternità.

Un’altra particolarità nei termini del preavviso riguarda coloro che, in funzione di colf o assistenti domestici, usufruiscono di alloggi messi a disposizione dal datore di lavoro: in questi casi, se il lavoratore ha un’anzianità di servizio inferiore a 1 anno va concesso un preavviso di almeno 30 giorni; al contrario, se il lavoratore ha maturato un’anzianità di servizio superiore a 1 anno, i termini di preavviso da rispettare sono di almeno 60 giorni di calendario.

Come accennato precedentemente, se il datore di lavoro non rispetta i termini previsti per legge del preavviso è tenuto al pagamento dell’indennità sostitutiva alla colf per ogni giorno di mancato preavviso.

Il datore di lavoro è inoltre tenuto in ogni caso anche al pagamento del TFR (Trattamento di Fine Rapporto), delle ferie non ancora usufruite e delle rate di tredicesima spettanti.

Come funziona il licenziamento e come impostarne la lettera?

Il licenziamento della colf, nel rispetto dei termini di preavviso su riportati, deve avvenire tramite raccomandata a mano al lavoratore e successivamente comunicato all’INPS.

Entro 5 giorni dalla comunicazione di licenziamento del lavoratore, il datore di lavoro deve accedere ai sistemi digitali dell’INPS tramite le proprie credenziali e compilare un apposito modulo che si ritrova nella voce “Prestazioni e servizi”.

In alternativa, si può effettuare una chiamata al Call Center dell’INPS (803.164 da rete fissa e 06.164.164 da rete mobile) o richiedere l’intervento di un patronato o di istituti intermediari che provvederanno, in vece del datore di lavoro, a comunicare quanto dovuto all’INPS.

Una volta accolta la comunicazione, l’INPS trasmette la documentazione al Centro per l’Impiego e all’INAIL e il datore di lavoro è assolto in tutti gli obblighi legali da adempiere per il licenziamento della colf.

La lettera di licenziamento che il datore di lavoro invia alla colf deve contenere le generalità del lavoratore domestico, le date di inizio e di fine del rapporto di lavoro e i riferimenti economici all’ultima busta paga spettante, sempre ricordandosi di rispettare i termini di preavviso previsti.

È importante anche che la lettera sia redatta in modo chiaro e comprensibile, evitando terminologie ambigue o generiche, per garantire che sia compresa in modo corretto dal lavoratore.

Per altre informazione contattate l’assistenza anziani di Famiglia Riunita.

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